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14 Set

Get it together

Anche oggi, al lavoro, hai ottenuto meno soddisfazioni di una lumaca intrappolata in un cestino ? Poi sei salito in auto, e per due ore, fermo in coda sotto la pioggia, hai sognato di essere altrove, oppure, peggio ancora, di essere un’altra persona ? Infine sei entrato in casa, e, senza che qualcuno si accorgesse della tua presenza, hai ingurgitato da solo una minestra ormai fredda ? Fermati per un attimo, escludi tutti, metti le cuffie, stendi le gambe, ed ascolta questo disco. Cerca di rilassarti: domattina puntualmente ricomincerà l’incubo, ma forse stasera ti nascerà un tiepido sorriso.

Pete Belasco, sublime esecutore con eccellente profilo accademico, iniziò in tenera età a suonare il pianoforte, il sassofono e il flauto, grazie alla passione dei genitori. Fece parte di alcune rock bands, prima di innamorarsi perdutamente del jazz.

Nel 1992, in piena fase di preparazione del suo primo disco solista (destinato originariamente ad intitolarsi “Even as a kid“), fu lo sfortunato protagonista di un grave incidente, che gli procurò la frattura di entrambe le mani.

Conseguentemente, fu costretto a mettere da parte gli strumenti musicali per lunghissimo tempo. Costante e testardo come pochi, in quel momento difficile prese in mano il proprio destino, ritornando con determinazione alla composizione, migliorando le melodie e i testi, semplificando alcuni passaggi, rendendoli più divertenti ed immediati, senza rinunciare alla raffinatezza di base.

Iniziò anche a cantare, e con uno stile assolutamente personale, e riconoscibile. Come confessò cinque anni dopo, in occasione della pubblicazione di “Get it together“, probabilmente quell’incidente gli cambiò veramente la vita. Una manciata di seducenti canzoni, sempre vellutate di jazz, romantiche e malinconiche (come “Without within“), ma ricche di passione o di divertente ironia (in “All I want” chiede senza vergogna “mi porti in camera tua ?”) erano uscite dal suo magico cilindro, per finire dritte nell’album, edito dalla famosa VERVE nel 1997.

 

Per fortuna, l’approccio di Pete alla materia del jazz non fu serioso, compassato e distaccato, come la sua formazione accademica avrebbe potuto far credere, e l’album riscosse immediatamente un grande consenso da parte della critica musicale, anche di quella generalmente più fondamentalista.

Come l’acqua del fiume fa con i sassolini, Pete levigò gradualmente i suoni e le parole, rendendo il tutto accessibile ad ogni ascoltatore: creò un mix incantevole, che, coraggiosamente e senza ipocrisie, accolse tra le sue braccia le seduzioni sonore ereditate da Burt Bacharach, dai Beatles, da Henry Mancini, da Marvin Gaye.

Il tutto venne magistralmente amalgamato dalla elegante produzione dello stesso Pete Belasco insieme a Guy Eckstine (produttore, tra i molti anche di Herbie Hancock, Wayne Shorter, Chris Botti e Gino Vannelli).

Finalmente, le dita di questo personaggio unico scorrevano nuovamente libere sui tasti bianchi e neri, e, insieme al suo caldo sassofono, potevano donarci minuti di incantesimo. 

 

DISCOGRAFIA

 

1997:     “Get it together”      VERVE Records                 (*****)

2004:    “Deeper”                   COMPENDIA MUSIC          (***)

2012:     “Lights on”                EAAK Music                          (***)

 

2 Comments
  • Clarissa

    Musica colta per intenditori. Interessante la storia di questo musicista. Grazie

    17 Settembre 2018 at 9:14 Rispondi

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