Non sono mai stato un appassionato di automobili. Certo, considerata la mia età “diversamente giovane”, ne ho possedute molte, e qualcuna mi è entrata nel cuore, soprattutto per le avventure che abbiamo vissuto insieme, ma non sono un intenditore.
Senza dubbio le prime due, che collego alla mia gioventù, hanno un posto particolare nella galleria dei ricordi. La FIAT 500 blu con la bandiera inglese cucita da mia nonna Maria al coprisedile posteriore, mi portò anche in vacanza in Sicilia, prima che io la distruggessi in un catastrofico incidente a Genova. Subito dopo guadagnò la sua importanza anche la fascinosa Citroen 2CV Charleston bordeaux e nera, che acquistai nel 1986, pagandola con tante cambiali. E’ vero che fece disperare me e mio padre, ma, tra le tante cose, mi portò due volte a vedere i concerti di Prince a Milano (approfondite qui, se volete). E “last, but not least”, merita una menzione anche la mitica Ford Fiesta rossa, quella con la tenda sul tetto, che mi portò in giro per tutta Europa e, soprattutto fino in Scozia.
Terminata questa breve panoramica sentimentale (mi perdoneranno le automobili non citate), e accertata la mia scarsa conoscenza dell’argomento, ammetto che, quando su un aereo il mio vicino mi parlò del World Rally Championship, si accese la mia curiosità. Era il giugno del 2004, e stavo volando verso le spiagge di Antalya da Istanbul, dove mi ero goduto la città e il bagno turco, come potete leggere qui.
Il mio vicino era un giovane, presumibilmente un fotografo, che si chiamava Sinan Kolat e si stava spostando per lavorare al seguito del W.R.C, che si sarebbe svolto proprio nella zona di Antalya.
Appena giunto in albergo a Goynuk, raccolsi informazioni, e il 17 giugno, presso il Mirage Convention Center di Kemer, acquistai due biglietti per le gare, pagandoli la follia di 18 milioni di lire turche cadauno.

La griglia di partenza del 2004 annoverò molte leggende del mondo del Rally, tra le quali il norvegese Petter Solberg (Subaru Impreza), il francese Sebastièn Loeb (Citroen Xsara), lo spagnolo Carlos Sainz (Citroen Xsara), i finlandesi Marcus Gronholm (Peugeot 307), Mikko Hirvonen (Subaru Impreza) e Harry Rovanpera (Peugeot 307), il belga Francois Duval (Ford Focus), l’italiano Gianluigi Galli (Mitsubishi Lancer) e l’estone Markko Martin (Ford Focus).
Il Rally di Turchia durò quattro giorni, dal 24 al 27 giugno 2004, e incluse 17 prove, per un totale di 384 chilometri. Il 25 giugno raggiunsi il percorso in autobus, poi con l’autostop, e infine a piedi. Quindi mi arrampicai sulla bella collinetta soleggiata che vedete nella prima fotografia, e fu da quella postazione che ammirai una delle spettacolari prove di montagna, che quel giorno si svolsero su quelle improponibili strade sterrate.
In uno zaino portai dei panini che mi ero fatto preparare dall’albergo, e una bottiglia d’acqua, e fu come godere un picnic estivo, sotto un bellissimo sole, ma con dei razzi, che in un tratto di discesa, sfrecciavano sotto ai miei occhi, con un assurdo rumore di motori. Spero che le mie fotografie dell’epoca riescano a rendere almeno in minima parte l’emozione che provai.
Le prove che io vidi furono quelle denominate Phaselis 1 (da Ucoluk a Golkuc, 29 Km, vinta da Loeb), Silyon 1 (da Golkuc a Calti, 34 Km, vinta ancora da Loeb), Phaselis 2 (da Ucoluk a Golkuc, 29 Km, vinta da Rovanpera), Kemer 1 (da Ovacik a Lykya Yolu, 21 Km, vinta da Sainz), Sylion 2 (da Golkuc a Calti, 34 Km, vinta da Gronholm), e Castrol Super Special Stage (vinta da Solberg), che venne corsa alla sera presso il circuito dell’Università Akdeniz di Antalya.
La corsa del tardo pomeriggio fu un carosello indemoniato, su un circuito sterrato ricavato sul terreno dell’Università. La polvere arrivò con abbondanza fino alla tribuna dove ero seduto, ma riuscii a scattare delle belle fotografie, anche di un piccolo e innocuo incidente.
Per quella occasione furono allestiti tutti gli stands delle case automobilistiche, dedicati anche alla vendita del merchandising, che vennero presi d’assalto per la conquista di un autografo o di una fotografia a fianco alle automobili. Io acquistai il programma ufficiale del WRC, che ancora conservo e che mi ha aiutato per la stesura di questo articolo. Insomma, era presente tutto il carrozzone eterogeneo e colorato che normalmente segue queste manifestazioni motoristiche.
Il Rally di Turchia del 2004 fu vinto da Sebastièn Loeb (attualmente 46 anni) che gareggia ancora con buoni risultati (Rally Dakar 2016-2017-2018-2019). Marcus Gronholm (attualmente 52 anni) arrivò secondo, e adesso fa il manager della propria squadra corse, chiamata GRX. Al terzo posto si classificò Petter Solberg (attualmente 46 anni) che corre nel circuito Rally Cross, del quale è stato anche Campione del Mondo nel 2014 e nel 2015.
Quell’anno in Turchia andò piuttosto male all’estone Markko Martin (Ford Focus) che si classificò solo ventiquattresimo. L’anno successivo il pilota passò alla Peugeot, ma ebbe ancor meno fortuna: il 18 settembre 2005, durante il Rally di Gran Bretagna, si schiantò contro un albero, causando la morte del proprio fedele navigatore e amico, l’inglese Michael Park, e, per il dispiacere provato, decise di ritirarsi dalle corse.
Nel video con gli highlights che includo qui sotto, si vedono bene anche loro, filmati dalla camera interna.
Osservando le mie mani, ho visto granelli dei ricordi cadere tra le dita, uno dopo l’altro, e andare perduti per sempre. Con questo contenitore magari ne salverò qualcuno, per chi, in futuro, sarà interessato a capire cosa io fossi.
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